Il lavaggio chimico come cura per gli impianti industriali

 

La caldaia non funziona come dovrebbe e ti trovi impreparato: nel tentativo di sopperire alla mancanza di calore cerchi di “forzare” il boiler aumentando la temperatura dal termostato.

In questo modo però andrai inconsapevolmente ad avere un inutile dispendio in termini di costi energetici, compromettendo la vita dell’impianto stesso.

Il problema non si risolverà, anzi, nel tempo, peggiorerà.

Questo è un esempio di ciò che può avvenire, nel quotidiano, nei nostri impianti casalinghi o in un impianto ad utilizzo industriale, come potrebbe essere uno scambiatore termico di una grande azienda.

Qual è, dunque, il reale problema a cui porre un rimedio?

UN PROBLEMA DI EFFICIENZA

I problemi che si possono creare nel corso della vita di un impianto in cui vi è un ricircolo di fluidi, sono dati dal fatto che in quest’ultimi, ad eccezione di un previo trattamento, vi sono disciolti sali minerali (principalmente carbonati di calcio e magnesio, comunemente chiamati calcare) che depositandosi sopra le superfici, creano incrostazioni che ne compromettono il rendimento.

Lo scambio di calore o il semplice ricircolo è ostacolato o addirittura assente a causa dei depositi che sono andati a formarsi.

Risultato: l’impianto lavorerà sotto sforzo.

IMPIANTO “AMMALATO”

Come il nostro corpo è esposto continuamente ad agenti patogeni che possono seriamente compromettere la nostra salute se non poniamo adeguata attenzione alla prevenzione, allo stesso modo un impianto deve avere delle misure preventive quali trattamento delle acque e manutenzioni ordinarie che evitano appunto i depositi nocivi e l’ossidazione delle superfici.

IL LAVAGGIO CHIMICO COME CURA

Se la profilassi non funziona o è assente ecco che si interviene con il lavaggio chimico.

Il lavaggio chimico è un’operazione atta a rimuovere incrostazioni e depositi di natura inorganica (es. calcare) e/o organica (es. biofilm) dalla superficie degli impianti industriali e non, qualora il trattamento delle acque non abbia funzionato adeguatamente.

Lavaggio chimico degli scambiatori di calore e caldaie

Il tipo di soluzione da utilizzare nel lavaggio e le modalità dipendono dalla natura del deposito, dal materiale di cui è composta la superficie da lavare e dal tipo di impianto: ad esempio, si andrà ad utilizzare una soluzione acida per quanto riguarda le incrostazioni secche come quelle formate da i sali di calcio e magnesio o soluzioni alcaline per quanto riguarda i depositi “grassi”.

Decapaggio

Può essere utilizzato anche per l’attività di decapaggio di circuiti e serbatoi che consiste nel rimuovere gli strati superficiali di un materiale per poi ricoprirlo successivamente con un film passivante.

Questa operazione viene utilizzata solitamente per ripristinare superfici arrugginite.

Oltre a tutte queste funzioni, il lavaggio chimico può essere utilizzato anche a scopo disinfettante: si aggiungono, quindi, biocidi alla soluzione impiegata in modo da abbattere la carica batterica presente all’interno delle superfici dell’impianto.

Il calcare, con la sua superficie porosa, crea un ambiente perfetto per la proliferazione di microorganismi e agenti patogeni, oltre a rendere inefficaci i trattamenti disinfettanti sugli stessi.

Disinfezione da legionella

È importantissimo il mantenimento della pulizia degli impianti.
Batteri come la legionella possono essere molto pericolosi per la salute se contenuti nell’acqua calda sanitaria (ACS) oppure se presente nel ricircolo delle torri evaporative.

Queste operazioni se non eseguite correttamente, possono compromettere la durata dell’impianto.

 

Il lavaggio chimico è dunque da considerarsi come una “cura” nella manutenzione degli impianti, ma come per ogni medicina occorre rispettare le dosi e non eccedere nell’uso.