Come Cleanosophy, il nostro intento primario è l’alta disinfezione, al fine di contrastare infezioni provocate da oltre 400 patogeni tra spore, batteri e virus.
Negli anni abbiamo condotto studi e ci siamo formati per prevenire ed eventualmente contenere le infezioni: utilizziamo, oggi, metodi di disinfezione all’avanguardia, tramite attrezzature e prodotti con alte certificazioni di efficacia.
Per evitare di ripetere gli errori commessi durante l’ultima pandemia dovuta al Covid-19 e con riferimento a ciò che potrebbe accadere in futuro, potrebbe essere utile prendere confidenza con altri potenziali eventi.
Cominceremo pertanto a dare il nostro contributo con questa pubblicazione esplicativa di alcuni termini tecnici in ordine alfabetico.
Ad ogni lettera corrisponderà un argomento attuale che descrive un evento, al solo scopo di aiutare il lettore a meglio comprendere qualcosa che purtroppo fino ad oggi ci ha colti di sorpresa.
Azioni, stili di vita e comportamenti abituali eseguiti su vasta scala, se non ponderati, possono portare a concreti disastri.
ANTRACE E LIVELLI DI BIOSICUREZZA
Antrace
L’antrace viene detta anche carbonchio (dal greco, il cui significato è “carbone”) a causa del colore nero delle lesioni cutanee che si sviluppano nelle vittime.
È un’infezione acuta causata dal batterio Bacillus anthracis, un germe produttore di spore che possono sopravvivere a lungo nell’ambiente e che si manifesta comunemente in animali selvatici e domestici, fra cui i gatti, le pecore, le antilopi, le capre, i cammelli.
Colpisce anche gli uomini con forme più lievi che interessano la cute e forme settiche più gravi (ma più rare) legate all’inalazione delle spore che possono anche condurre al decesso.
La via di contagio più comune è quella che deriva dal contatto con animali infetti, soprattutto durante la lavorazione di derivati animali come pelo, pelle, lana e ossa.
Per questo motivo, il carbonchio è frequente nelle zone agricole poiché la malattia è comune nel bestiame.
L’antrace rientra tra gli agenti considerati utilizzabili per le armi batteriologiche perché le spore possono essere disseminate per via aerea e causare gravi casi di antrace da inalazione.
Tuttavia, la dose di spore necessaria per un attacco biologico è estremamente elevata.
Biosicurezza
Il livello di biosicurezza è un insieme di precauzioni di biocontenimento richieste per l’isolamento di agenti biologici pericolosi in un ambiente chiuso.
Il livello di contenimento varia dal più basso livello di biosicurezza 1 fino al più alto livello 4.
Livello di biosicurezza 1 (BSL-1)
Si tratta del livello adatto per le attività che coinvolgono agenti noti per non causare malattie negli adulti sani e con un potenziale di pericolo minimo per il personale di laboratorio e per l’ambiente.
Comprende diversi tipi di batteri e virus, tra cui: epatite canina, non patogeni come l’Escherichia coli, così come alcune colture cellulari e batteri non infettivi.
Al livello 1 le precauzioni contro i materiali a rischio biologico sono minime.
Livello di biosicurezza 2 (BSL-2)
Il livello 2 è adatto per le attività che implicano l’impiego di agenti patogeni di pericolo moderato per il personale e per l’ambiente.
Comprende vari batteri e virus che causano solo lievi patologie negli esseri umani, o per le quali è difficile la trasmissione di patologie per via aerea in un ambiente di laboratorio ( la maggior parte delle Clamidie, l’epatite A, B e C, l’orthopoxvirus, l’influenza A, la malattia di Lyme, Salmonella, parotite e morbillo, scrapie, MRSA e VRSA).
La routine diagnostica che prevede di trattare campioni clinici, si può svolgere in modo sicuro a questo livello.
Le attività di ricerca possono essere svolte in una struttura BSL-2, utilizzando pratiche e procedure tipiche del livello BSL-3.
Differenze tra livello 2 e livello 1:
- il personale di laboratorio ha una formazione specifica nella gestione di agenti patogeni ed è diretto da scienziati con formazione avanzata;
- l’accesso al laboratorio è controllato quando il lavoro è in corso;
- sono prese attente precauzioni per l’utilizzo di oggetti taglienti contaminati
- alcune procedure in cui possono essere creati aerosol infettivi o schizzi sono condotte sotto cappa di sicurezza biologica o altri dispositivi di contenimento fisico.
Livello di biosicurezza 3 (BSL-3)
Il livello 3 è il livello applicabile per installazioni di ricerche cliniche, diagnostiche, insegnamento e di produzione nelle quali si impiegano agenti di produzione locale o provenienti dall’esterno che sono in grado di causare patologie serie o potenzialmente letali dopo l’inalazione.
Sono compresi vari batteri, parassiti e virus che possono causare malattie serie o mortali negli umani ma per le quali esistono cure (peste, febbre gialla, virus della rabbia, encafeliti di varia provenienza).
Le attività produttive di virus, tra cui le sue concentrazioni, richiedono un impianto BSL-3 e l’adozione delle relative pratiche e procedure Il personale che vi opera deve avere un addestramento specifico per maneggiare agenti patogeni (potenzialmente letali) e vi è la supervisione di scienziati competenti con esperienza.
Tutte le procedure che prevedono la manipolazione di materiali infetti sono condotte all’interno di locali in grado di garantire la sicurezza biologica, cappe aspiranti specificamente progettate o altri dispositivi di contenimento, oppure tramite personale che indossa specifici vestiti ed equipaggiamenti protettivi.
Questi laboratori sono progettati e realizzati con speciali caratteristiche.
Si può ottenere un livello di sicurezza accettabile per lo svolgimento delle procedure di routine, anche in uno laboratorio di livello di biosicurezza 2 (P2) che abbia:
- Filtrazione dell’l’aria inviata verso l’esterno
- Ventilazione progettata in modo che il flusso d’aria sia diretto dall’esterno verso l’interno
- Accesso controllato quando ci sono lavorazioni in corso
- Pratiche e dispositivi per la sicurezza biologica di livello 3 siano utilizzati rigorosamente.
Livello di biosicurezza 4 (BSL-4)
BSL-4 è necessario per lavorare con agenti che presentano un elevato rischio di trasmissione d’infezioni in laboratorio per via aerea, con agenti che causano malattie mortali in esseri umani o per le quali non sono disponibili vaccini o altri trattamenti.
Questo livello è utilizzato anche per lavorare con agenti (ad esempio il vaiolo) considerati pericolosi da richiedere ulteriori misure di sicurezza, indipendentemente dalla disponibilità di vaccinazione.
Quando si tratta di rischi biologici a questo livello, diventa obbligatorio l’uso di una tuta a pressione positiva, con una fornitura di aria separata.
L’entrata e l’uscita da un laboratorio biologico di livello quattro prevede procedure specifiche: docce, una camera a vuoto, una camera con luce ultravioletta e altre misure di sicurezza volte a distruggere tutte le tracce del rischio biologico.
Vengono impiegati varchi di accesso a tenuta stagna e sigillabili, protetti elettronicamente per evitare che entrambe le porte vengano aperte contemporaneamente.
Tutta l’aria e l’acqua utilizzata è soggetta a procedure di decontaminazione e di massima sicurezza per evitare la possibilità di un rilascio accidentale.
I membri del personale di questi laboratori hanno una formazione specifica e approfondita nella gestione degli agenti infettivi, seguiti da scienziati qualificati e con esperienza.
L’accesso al laboratorio è strettamente controllato dal direttore del laboratorio.
La struttura è collocata in un edificio separato, o in una zona controllata all’interno di un edificio, completamente isolata da tutte le altre aree.
Viene realizzato un manuale specifico per le operazioni e devono essere previsti specifici protocolli di costruzione per prevenire la contaminazione con l’esterno.
Possono anche essere utilizzati allo scopo degli impianti cosiddetti in pressione negativa che, se compromessi, sono comunque in grado di inibire la creazione di un focolaio.
[Continua…]
Fonti:
- “Spillover. L’evoluzione delle pandemie” di David Quammen
- Wikipedia
(Articolo a cura di Tommaso Rubini)